Performer

Una continua ricerca artistica ha portato Alessandro Bascioni a sviluppare nel tempo un linguaggio coreutico caratterizzato dal dialogo tra diverse culture e forme di movimento e a indagare la condizione umana e tutti gli aspetti dell’espressione delle emozioni.
Alessandro Bascioni si forma inizialmente nell’ambito delle danze africane e nel contempo approfondisce la ricerca sui diversi linguaggi espressivi  del corpo e del movimento. Tra il 1993 e il 1995 studia danzaterapia e teatro. Due anni dopo inizia a studiare la Hilal Dance, raggiungendo il livello di master teacher. Dopo alcuni anni, attraverso l’insegnamento e il lavoro di coreografo, espande il linguaggio di questa disciplina.
Debutta come coreografo nel 2003, collaborando alla produzione “Aseel” con la Hilal Dance Company.
A Londra, nel 2004, fonda la Iskandar Dance Company e inizia a lavorare con un ensemble di danzatori. Da allora ha creato molte produzioni suscitando l’interesse del pubblico e della critica.
La compagnia esordisce nel 2006 con lo spettacolo “The Waterwheel” a Düsseldorf, presso la prestigiosa Tanzhaus nrw. Questa produzione, che è stata presentata in un tour internazionale,  è una pietra miliare nella carriera artistica di Alessandro. Nello stesso anno la Compagnia è invitata a partecipare al Festival di Edimburgo con il patrocinio del Ministero delle Arti di Scozia e resta in scena per due settimane.

“Iskandar Dance Company…  C’è una sottigliezza meditativa in ciò che il coreografo Alessandro Bascioni e i suoi danzatori realizzano. The Waterwheel  è un’oasi di calma ristoratrice.” The Herald, 2006

In seguito a questo successo, nel 2007, la Compagnia è invitata a presentare il proprio lavoro al Sadler’s Wells a Londra e più tardi all’IMA a Parigi, con il tutto esaurito.
“Awakening”, la produzione del 2007, presentata in anteprima al teatro Rothebϋl di Stoccarda e portata in tournée internazionale, mostra su una scena essenziale il fluire dei corpi dei tre danzatori, che si muovono secondo linee calligrafiche nello spazio. La produzione include anche l’assolo di Alessandro che danza sull’improvvisazione del compositore Joseph Tawadros.
Nello stesso anno Alessandro ha creato “Memories”, un assolo per la produzione di Suraya Hilal “El Mizan”, lavoro coreografato sulla sofisticata musica mediorientale del XVIII secolo suonata dal vivo da una piccola orchestra di musica classica.

Alessandro si dedica alla drammatizzazione teatrale e coreutica in collaborazione con l’attrice e danzatrice Mirella Maciarello in “Becoming”, creato nel 2009 e presentato alla Tanzhaus nrw. Con questo lavoro ha partecipato al  Sadler’s Wells Global Dance Contest.  “A ‘Nour” (The Light), che ha debuttato alla Tanzhaus nrw nel 2011, è uno spettacolo di grande impatto che vede in scena cinque danzatori che, accompagnati da un ensemble di tre percussionisti, Ibrahim El Minyawi, Paolo Veronica e Wassim Halal, mostrano tutto il potere del rituale africano della trance dance.

“Alessandro Bascioni, l’enigmatico danzatore, mostra attraverso la sua coreografia una maestosa atmosfera rituale sottolineata da numerosi leitmotiv di movimento che ricorrono nelle cinque sezioni e genera danze che, sebbene si ripetano, sono raramente ripetitive. (…) Un’ora spesa bene al Sadlers Wells.” Dancing Time Magazine

In concomitanza con i fatti della primavera araba del 2011, Alessandro rappresenta nel pezzo “El Hourria” (Libertà) la risposta sociale e politica all’evento della rivoluzione tunisina. La danza teatrale e la tecnologia multimediale incrementano la tensione e la potenza della narrazione.

“Una rappresentazione avvincente…” Kultur Rheineishce Post

“Burning Lands”, presentato in anteprima alla Tanzhaus nrw nel 2013 e di nuovo  presso l’ex Cartiera Latina a Roma nel 2014 con il sostegno del Dipartimento culturale del Comune di Roma, è un’opera audace in cui Alessandro ha esplorato in maniera rigorosa e prolifica il territorio tra danza, musica e teatralità sulle note della musica sofisticata di Ross Daly.
Nelle coreografie delle ultime due opere Alessandro compie una svolta tematica e attinge ai principi della geometria e al linguaggio naturale del corpo per raccontare le sue inquietudini nei confronti di questioni attinenti alla politica e ai conflitti sociali.

“Burning Lands – Il pezzo attraverso la sua coreografia, esprime “le mal du siècle”, la disfunzione sociale e politica. Questa pièce di grande valore teatrale e originalità coreografica, non dà risposte, né suggerisce risoluzioni, ma piuttosto, mostra allo spettatore uno scorcio di vita nella sua più nuda e cruda realtà, che senza mezzi termini e ipocrisie ti travolge e non ti molla!” DANZASI 2014

Dal 2008 Alessandro collabora con il video maker Ferdinand Cappelletti con l’intento di coniugare danza e video arte. Il lavoro sperimentale delle videoperformance si è evoluto nella creazione di “Boundaries”, del 2014. Il tema si sviluppa rapidamente secondo il principio che: “L’identità diventa una prigione quando stabilisce i confini che limitano l’essenza della persona.”
Alessandro ha sviluppato ulteriormente la sua ricerca per trovare il modo di arrendersi all’immobilità nel movimento in un dialogo stretto con la musica nella creazione di “Prayer” del 2015. Il pezzo racconta le mille facce del desiderio, della devozione, della preghiera e della resa

“Una straordinaria piece di danza spirituale…” The Evening Standard

Del 2016 è la collaborazione con il giovane danzatore Karim Saoud in “Beyond the Mirror”. La drammaturgia del movimento di Alessandro racconta una storia in cui i due personaggi si spingono oltre i limiti l’uno dell’altro in un palpabile e inequivocabile discorso emotivo. Il gioco tra la fragilità e la forza, la distanza, il riavvicinamento, la ricerca e il rifiuto reciproco dei personaggi che incarnano i danzatori fanno da contrappunto poetico alla musica di Ludovico Einaudi.
Nel 2017 l’opera viene presentata al Teatro Villa Torlonia di Roma, con il patrocinio del Dipartimento culturale del Comune di Roma e del Progetto culturale Zetema.

“Quello che ti colpisce di più nella performance Beyond the Mirror “ è (…) la comprensione, l’accettazione, l’ascolto, la compassione e il superamento della solitudine.” OPMagazine 2017

Nella loro ricerca espressiva ed estetica Alessandro e Ferdinand Cappelletti continuano a lavorare a diversi progetti che li portano alla realizzazione di composizioni come “Compassion”, “Ascolto” e “Mecvm”, che coniugano la comune passione per la danza e la video art.
“Compassion”, per esempio, è girato in uno studio di danza in cui le riprese avvengono secondo un approccio particolare che esplora il flusso di energia nella relazione tra la musica, la luce e i movimenti dei danzatori che in maniera estemporanea creano la composizione coreografica, che risulta avvincente e commovente.
In “Ascolto”, invece, la cinepresa e i tre danzatori si muovono con fragilità, grazia e intensità nello spazio, creando una magica sinergia che risponde alla musica di Armand Amar.
 “Mecvm” è girato in riva al mare, dove Alessandro esplora il movimento della danza interagendo con gli elementi naturali, l’acqua, il vento, la luce. La macchina da presa coglie l’amalgama di Uomo e Natura, sottolineando la limitatezza dell’uomo rispetto all’immensità della natura. Nonostante ciò, in quell’immensità l’uomo trova la strada per tornare a se stesso.